sabato 9 gennaio 2016

Sarebbe potuta andare peggio, ma alla fine ha solo piovuto

A Milano oggi piove.
Quella pioggerella fastidiosa, leggera e fittissima, che tu la guardi e dici "vabbè, ma l'ombrello non serve", così esci senza e dopo 3 metri sei zuppo, e non capisci perchè.

Dopo una mattinata piuttosto intensa di piscina di Ricky, commissioni varie eccetera, sento mia madre, che stava andando a prendere il pollo allo spiedo per pranzo: ci accordiamo per trovarci dal pollivendolo, lei a piedi ed io in macchina, in modo da tornare a casa e pranzare insieme.
Perfetto.
Arrivo nei pressi del pollivendolo, trovo parcheggio su un carraio davanti ad un'officina, spengo il motore, metto le quattro frecce e aspetto ascoltando la radio. Riccardo tranquillo sul seggiolino sul sedile posteriore.
Decido di lasciare acceso il tergicristallo, per vedere arrivare mia madre, ed eventualmente farle un segnale per farmi vedere, visto che non sentiva il telefono.

Dopo qualche minuto noto che il tergicristallo arranca,
Lo spengo.
Vengo colta da un atroce dubbio.
Provo a mettere in moto la macchina.
Morta.
Il dubbio si trasforma in atroce certezza: ho appena ucciso la batteria della macchina.
E MO'?!

Aspetta, sono davanti ad un'officina! Ce li avranno dei cavi o una di quelle meravigliose valigette batteria + cavi per farmi ripartire no?!
Mi affaccio e chiedo.
Il tizio mi guarda scandalizzato e stupito come se si fosse trovato dietro il bancone di un panificio, anzichè in un'officina, ed esclama stizzito "Signora, guardi che io sono un GOMMISTA, non un meccanico!"
"Ho capito", gli rispondo "ma due cavi per farmi partire la macchina potrebbe anche averli, o no?"
"Certo" mi fa, "li ho nella mia macchina... Ma purtroppo oggi sono venuto a piedi".
...
Torno a sedermi mestamente in macchina, ricordiamoci che c'era quella pioggerella famosa ed io ero senza ombrello. 
Capelli modalità cane bagnato. Occhiali piovuti.
Una bellezza.
Chiamo mio fratello per capire se lui avesse dei cavi, in quella sale mia madre in macchina col pollo, e dalla conversazione deduce argutamente la situazione.
Mio fratello promette di cercare i cavi e farmi sapere, mia madre propone di chiedere all'officina lì accanto.
Smadonno, ma solo interiormente, data la presenza di un minore sul sedile posteriore.
Scendo dalla macchina e mi guardo intorno.
Il look cane bagnato peggiora, ma individuo a pochi metri un macchinone acceso che sta per uscire dal parcheggio. Mi avvicino per capire se il proprietario mi possa aiutare. Per quel poco che so del genere maschile, esso ama avere dei cavi per batterie a bordo del mezzo.
In effetti al volante c'è un esemplare del genere.
Busso al finestrino.
Mi guarda e, muovendo le labbra a mo' di pesce rosso, mi chiede mutamente di cosa abbia bisogno.
Aspetto pazientemente che il neurone faccia il giro, e che lui si renda conto che se vuole sentirmi deve abbassare il vetro.
Finalmente lo fa, e noto che accanto a lui siede una tipa, evidentemente la moglie o la fidanzata.
Chiamiamoli Pedro e Paloma.
Chiedo ad entrambi se per caso non abbiano in macchina i cavi per la batteria. Mentre lui mi guarda come la mucca che guarda passare il treno, in attesa che il neurone compia il solito giro, lei esclama "CERTO! Tranquilla, ci pensiamo noi!".
A quel punto lui si rianima. 
D'altra parte l'appartenenza al genere maschile gli impone di prendere imprescindibilmente in mano la situazione in due occasioni: una è questa, l'altra l'allestimento di un barbecue.
In mancanza di costolette e diavolina, si dirige con passo sicuro verso la mia macchina, alza il cofano, attacca i cavi, e poi si mette a dirigere le manovre di Paloma, alla quale tocca l'ingrato compito di dover girare il panfilo in modo da avvicinare il cofano al mio, tuttociò in una minuscola viuzza a senso unico e con Pedro che urla sguaiatamente "PALOMA! GIRA IL VOLANTE!"
"HO CAPITO!!!!"
"PALOMA VAI INDIETRO! NO, ADESSO VIENI AVANTI!!!"
"PEDRO TACI!"
E così via.
Un paio di volte ho temuto che l'utilitaria parcheggiata lì accanto venisse triturata dalle manovre, ma Paloma in effetti è stata impeccabile.
Nel frattempo Riccardo ha iniziato a piangere perchè voleva che io guardassi il furgone. Credo che si riferisse alla macchina di Pedro e Paloma, ma non ne sono sicurissima.
In breve, Paloma ultima la manovra, Pedro attacca i cavi, io sgaso ed Esther (che sarebbe la mia macchina) riprende vita.
Olè!
Ringrazio sentitamente i due, temendo di averne involontariamente provocato il divorzio e porto a casa mamma, Riccardo e pollo ancora tiepido.

Che culo dai. Ora posso dirlo.

Luna trigono Sole 

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