martedì 23 aprile 2019

Il Sole nelle case


Il segno solare ci parla del tipo di energia da cui è caratterizzato il centro della nostra individualità e ci dà anche una prima indicazione di lavoro evolutivo che può essere fatto su noi stessi seguendo la chiamata del nostro segno di nascita.

La posizione del Sole nel nostro tema natale ci dà anche una terza informazione molto importante: il nostro Sole, proprio perché centro dell’individualità e fonte della nostra energia vitale, ha bisogno di essere accudito con cura, di essere alimentato in modo continuativo, di rimanere acceso. 

La casa in cui è posizionato il pianeta ci fornisce un indizio del tipo di attività ed esperienza in cui facciamo confluire la nostra energia vitale e di cui il nostro Sole ha bisogno per continuare a brillare dentro di noi.

Il Sole in prima casa

La prima casa è la casa dell’individualità, una casa molto soggettiva, che ci parla della nostra personale modalità di affrontare la vita e di come ci muoviamo nel mondo. Ci parla anche della nostra capacità di prendere decisioni chiare e ferme e della costruzione di un forte senso di identità. Ma allora che significa avere il Sole in prima casa? Significa che la nostra energia vitale è focalizzata su noi stessi e il tentativo di conoscerci pienamente. 

Il Sole in prima casa ha bisogno di occuparsi di se stesso. 

Per utilizzare questa energia al meglio la persona dovrà fare esperienze che la portino a scoprire chi è e cosa vuole, le sue potenzialità e le sue mancanze, tutto ciò che contribuisca a formare un carattere sicuro di sé e un senso di identità ben costruito. 

Deve arrivare ad avere il totale controllo sulla direzione della sua vita. 

In cosa sono bravo? Cosa mi piace? Di cosa ho bisogno per migliorare me stesso? Cercare di rispondere a queste domande significa fare esperienze in questa casa. Per ricaricare le sue energie, in qualsiasi situazione si trovi, la persona dovrebbe ritagliarsi degli spazi personali, dedicare del tempo a se stesso, ai propri interessi e alle proprie necessità. 

Un altro aspetto importante è l’immagine che hanno gli altri di noi. Tutto ciò che si trova in prima casa ha bisogno di essere portato all’esterno. Con il Sole in prima casa la persona sente il bisogno di mostrare fuori chi è veramente. Un desiderio di apparire esattamente per quello che è.

L’utilizzo non equilibrato dell’energia solare in questa posizione potrebbe produrre scarsa autostima e ridotta capacità di prendere decisioni a chi non riservasse il giusto spazio alla conoscenza della propria individualità. Dall’altra parte, un’energia proiettata su noi stessi, non direzionata sull’auto-miglioramento, ma solo su un processo di auto-celebrazione, potrebbe creare uno spiccato egocentrismo e la presunzione di essere noi il centro dell’universo.

Ovviamente sto parlando di situazioni estreme, e sono sicura che ognuno di voi troverà il modo giusto per prendersi cura del proprio Sole interiore in maniera equilibrata.

martedì 4 ottobre 2016

Ascendente

L’ASCENDENTE 
(secondo H. Sasportas)


Un'idea che ho avuto recentemente e che trovo molto utile nella lettura del tema è considerare l'ascendente come il modo in cui noi siamo usciti dall'uovo, la diversa modalità con la quale l'uccello becca per uscir fuori dall'uovo. 

Un uccellino ascendente ARIETE come beccherebbe l’uovo per uscire? L’ascendente non descriverà solo come siamo nati ma anche quello che succede ogni qualvolta incominciamo qualcosa di nuovo o entriamo in una nuova fase della vita. Un uccellino ascendente Ariete si butterebbe a capofitto nell'impresa di uscire fuori dall'uovo e diritto al punto in un solo colpo romperebbe l'uovo e comparirebbe sulla scena – bang - una cosa del genere, certamente se Marte, governatore dell'Ariete, è quadrato a Plutone allora ci potrebbe essere un certo livello di tortura e tensione prima di mettersi in marcia. 

Pensate ora ad un uccellino ascendente TORO, aspetterebbe il più a lungo possibile prima di fare un cambiamento, ma quando percepirebbe che deve essere fatto sarebbe molto determinato e non si fermerebbe più. 

Che ne pensate di un uccellino ascendente GEMELLI? Si documenterebbe sulla natura del beccamento prima di incominciare o forse discuterebbe la cosa con gli altri uccellini del vicinato. Ho notato che le persone con l'ascendente in segni d'aria amano scoprire tutto quello che possono riguardo a quello che devono fare, persone con ascendente acquario per esempio hanno bisogno di una certa comprensione teorica del perché e del per come prima di agire. L'ascendente Toro dall'altra parte risponde ad una pressione fisica a un organica e biologica necessità di muoversi. 

L’uccellino ascendente CANCRO sentirebbe il bisogno di uscire dal guscio o di muoversi. Questo tipo di uccellino è un altro che incomincerebbe a beccare e poi si fermerebbe esitante pensando: “veramente preferisco rimanere in questo posto che conosco” e ritornerebbe dentro. Ma non essendo comodo ricomincerebbe a beccare per uscire. 

L’uccellino ascendente LEONE aspetterebbe il momento migliore per fare la sua uscita spettacolare e allora comparirebbe orgoglioso sulla scena. 

L'uccellino ascendente VERGINE vorrebbe comparire sulla scena in modo ordinato, beccando un pochino e poi rimettendo in ordine, beccando ancora un pochino e ancora rimettendo in ordine, quest’ uccellino ha paura di non fare le cose bene ecco perché cerca di farle nel modo più accurato. 

L'uccellino ascendente BILANCIA vorrebbe affrontare la nascita o una nuova fase di esperienza in modo armonioso, facendolo con stile e gusto. Essendo un segno d'aria vorrà essere sicuro che vi siano valide giustificazioni del perché questo debba accadere e poi procedere in un modo onesto o almeno onesto dal suo punto di vista. Oppure l'uccellino ascendente Bilancia potrebbe provocare le altre persone in modo che forzino questo cambiamento o azione, in questo modo possono liberarsi della propria responsabilità per quell’azione. 

Muovendoci nella seconda parte dello zodiaco c'è più la tendenza a creare situazioni che richiedono il cambiamento piuttosto che cambiare direttamente perché questo è quello che serve. 

Molte persone con l'ascendente SCORPIONE o con Plutone vicino all'ascendente mi hanno raccontato che le loro madri erano sul punto di morire. L'uccellino ascendente Scorpione sembra costruire situazioni drammatiche che richiedono per loro il cambiamento o la crescita, in caso contrario potrebbero morire o al limite rimanere in una situazione indesiderabile. 

L’ascendente SAGITTARIO è generalmente portato a buttarsi in una qualsiasi nuova fase o avventura, generalmente l'ascendente Sagittario giustificherà il cambiamento con una sorta di teoria filosofica o avendo preso visione della situazione convincerà gli altri che quell’azione è la più giusta. 

L'ascendente CAPRICORNO generalmente cerca di resistere al cambiamento, il capricorno potrebbe scandagliare l'intero progetto e fino all'ultimo momento chiedersi se è la cosa giusta da fare per poi alla fine soccombere per sfinimento. 

L’uccellino ascendente PESCI preferirebbe restare nell'uovo fino a quando qualcun altro lo invitasse ad uscire o gli chiedesse di muoversi. Le persone con l’ascendente pesci vanno incontro ad una nuova fase o all’azione in modo coercitivo cioè se sentono che qualcuno o qualcosa hanno bisogno che loro facciano questo.


Un uccellino ascendente ACQUARIO o un Urano in aspetto all'ascendente può indicare qualcosa di inusuale riguardo alla nascita. Urano o Giove vicini all'ascendente possono anche descrivere la persona che ha fretta di nascere, in alcuni casi ho visto, con Mercurio sull'ascendente, persone nate mentre la madre era in procinto di arrivare all'ospedale. Alcuni parti cesari sembrano essere correlati a Marte e plutone vicini all'ascendente o in aspetto a questo, questi pianeti hanno a che vedere con la chirurgia. Ma ritengo più interessante analizzare questo tipo di nascite da un punto di vista psicologico. In uno studio di nascite premature, si diceva che queste persone crescono con il desiderio di stabilità e il panico nei confronti del cambiamento, perché il cambiamento è stato vissuto da loro in modo troppo violento. Alcuni di quelli che sono nati in ritardo possono avere la sensazione che la madre li volesse trattenere o bloccare, e spesso queste persone in seguito, vivono un simile modello: sembrano trattenersi o costringersi all’angolo.

domenica 24 luglio 2016

Cartucce, miscelatori e altri disAstri

Vi presento una cartuccia di miscelatore. 
Ciao Cartuccia.

In pratica questa roba si trova dentro ai vostri rubinetti di bagno e cucina.

Oggi ho incontrato quella che abitava nel mio rubinetto del bagno, dato che aprendo il rubinetto non usciva quasi per nulla acqua fredda, mentre acqua calda in quantità, e il babbo di Ricky, con il supporto di Google, mi hanno detto che il problema con tutta probabilità risiedeva in questo coso, ho deciso di fare il tentativo di cambiarla.

Vi tralascio la parte tecnica, che è reperibile su qualsiasi tutorial, per raccontarvi che all'inizio mi mancava la brugola della misura giusta per svitare il rubinetto, quindi sono partita alla volta di Leroy Merlin. 
Poi, una volta svitata la vite e aperto il tappo, ho trovato una ghiera. 
Guardo le mie chiavi inglesi.
Tutte troppo piccole.
Smadonno.

(Tutto ciò con Riccardo che scorrazzava in giro per il bagno con i suoi attrezzi di plastica, nel tentativo di aiutarmi, ovviamente).

Cerco qualche altro attrezzo che potesse aiutarmi a svitare la ghiera, senza tralasciare neppure quelli di plastica.
Nulla.
Sento Massi, che forse ha un attrezzo adatto.

Dopo pranzo passo a prendere l'attrezzo miracoloso, lascio lui e Ricky ai giardinetti e torno a smanacciare il rubinetto.
Lo smonto tutto.
Via la ghiera, via la cartuccia.
Quasi.
La parte bianca della cartuccia non viene via, rimane dentro il rubinetto e non so come estrarla.
Provo a pulirlo e rimontarlo, magari è sufficiente.
Riapro l'acqua.

L'acqua fredda esce!
Chiudo il rubinetto.
L'acqua fredda esce!
Ops.

Smonto, rimonto, smonto, rimonto.
Ottengo acqua che esce in tutte le posizioni tranne con il miscelatore posizionato perfettamente al centro.
Però così gocciola.

Chiedo l'aiuto del pubblico, nella fattispecie di Massi, per vedere se magari lui in qualche modo riuscisse ad estrarre l'altro pezzo della cartuccia.
Ed ecco che lui, in modalità "fatina delle cartucce" riesce là dove io avevo miseramente fallito con la mia nota grazia da scaricatore di porto ungherese. 
*TIC*
"Ecco, cercavi di estrarre questo?".

Prendo la cartuccia, torno da Leroy Merlin, ne cerco una uguale.
Torno indietro,
(Qui la faccio breve, ma Leroy Merlin oggi pomeriggio era come la spiaggia a ferragosto).

La montiamo.
Funziona.
Faccio per stringere l'ultima vitina.
*TING*
Sparita.

Ciao vitina.

Marte radix in sesta casa, in Leone.

domenica 3 luglio 2016

Un brutto videogioco anni 90

Venerdì sera sono andata al cinema con un'amica. Chiamiamola Cannella, per salvaguardarne l'anonimato, No, non è un'attrice porno, anche se in effetti il soprannome potrebbe farlo pensare.

Il film che volevamo vedere era in pochi cinema e scomodi come orario, l'unico comodo e abbastanza vicino era il The Space di Rozzano, dove penso di aver messo piede per la prima, ed ultima, volta appunto venerdì.
Il cinema è un enorme multisala, di quelli con tutti i negozi, ristoranti e bar e varie ed eventuali all'interno. Solo che negozi, ristoranti, bar, varie ed eventuali erano quasi tutti chiusi, con la sola eccezione di un bar al piano terreno. Cosa che già di per sè contribuiva a dare un'idea di abbandono, depressione e inquietudine a tutto l'insieme.
Arrivate con largo anticipo, prendiamo pop corn e bibite, e dopo qualche chiacchiera ci avviamo in sala. Sala piccola, poche persone. Film molto carino (Kiki e i segreti del sesso, se voleste vederlo, merita).

A questo punto ci siamo trovate catapultate in un videogioco anni '90. Ma di quelli brutti. Che avrebbe potuto chiamarsi tipo "Notti Oscure".

Livello 1 - Il prologo
Al termine della proiezione, con molta calma, ci prepariamo per uscire quando Cannella scopre, con sommo stupore, di non trovare più la sua borsa.
Panico.
Cerchiamo sotto i sedili, sopra, dietro, davanti. Nulla.
Usciamo, troviamo due ragazzi, di cui uno della sicurezza. ci aiutano a cercare, controllare, guardare a destra e a sinistra.
Nulla.
La borsa ovviamente conteneva TUTTO.
Portafoglio, documenti, chiavi di casa, chiavi della macchina (con cui ovviamente eravamo lì). Tutto.

Livello 2 - La ricerca
Iniziamo a girare per l'immenso multisala semideserto alla ricerca della borsa, nella speranza che chiunque l'avesse rubata se ne fosse poi liberato insieme alle cose di scarso interesse, tipo ad esempio i documenti.
La cosa più preoccupante ovviamente era il fatto che le chiavi della macchina fossero lì, per cui il passo di uscire a vedere quale fosse e rubare pure quella pareva breve, e le chiavi di casa facevano compagnia ai documenti riportanti l'indirizzo. 
Per quanto riguarda la macchina, per fortuna il parcheggio è immenso e noi l'avevamo involontariamente imboscata sul retro, all'arrivo. Per cui l'abbiamo ritrovata lì ad aspettarci. Sigillata ovviamente, e senza possibilità di utilizzarla.
Le chiavi di scorta, a casa di Cannella. A casa, nessuno. E nessuno neppure velocemente raggiungibile che avesse un mazzo di chiavi di scorta di casa. Unica soluzione: il fabbro per aprire la porta e cambiare la serratura, ma ovviamente non all'una di notte.

Proseguiamo per un po' le ricerche, in questo posto che definire inquietante è poco. Ad un certo punto provo ad andare in bagno per una pipì. Immenso e deserto. Sono entrata e sono uscita immediatamente, di corsa.
Cannella sotto shock.
Torniamo alla macchina per fumare una sigaretta e pensare lucidamente al da farsi.

Livello 3 - Il tizio del bar aka l'omino della quest
Come accennavo, la macchina era sul retro, per cui in un punto ancora più deserto del deserto circostante. sul retro si affacciava però una porta di un bar presente all'interno del complesso, con un ragazzo di colore che andava e veniva per fumare, con tutta l'aria di tenerci d'occhio.

Un'ansia.

Alla fine, appurato che l'unica, almeno per il momento, era chiamare un taxi e passare la notte da me, sperando di ritrovare l'indomani la macchina e la casa più o meno integre, Cannella decide di provare a parlare con questo tizio, che magari aveva visto qualcuno o qualcosa. 
A me faceva tanto pensare all'omino della quest, che ti dà un aiuto o una nuova missione da compiere per fare più punti.
Comunque ci avviciniamo, lei gli spiega l'accaduto e gli chiede se abbia visto qualcosa. Lui, visibilmente sollevato, ci dice che no, nulla, ma era un po' preoccupato per il fatto di aver visto NOI aggirarci con aria sospetta lì nei pressi. E poi ci spiega che lui dorme lì, nel retro, per evitare i furti da parte degli zingari che girano da quelle parti, e quindi si offre di dare un'occhiata alla macchina.
(Qui mi sembra doverosa una postilla sul pregiudizio, e sul fatto che spesso basta parlarsi per dissiparlo, ma altrettanto spesso non lo si fa, per paura. Dovremmo ricordarcelo tutti, io per prima).

Livello 4 - Gli irrigatori
Chiamiamo il taxi, per tornare a casa mia. 10 minuti di attesa, tanto per sottolineare che siamo in culo al mondo e che il viaggio non sarà a buon mercato, tra la tariffa extraurbana e quella notturna.
Siamo però sul retro del cinema, per cui dobbiamo tornare all'ingresso principale. Salutiamo il tizio del livello 3 e ripercorriamo il perimetro esterno del cinema, costellato di scale antincendio di metallo, piene zeppe di anfratti bui e inquietanti, camminando una dietro l'altra su un minuscolo sentierino che corre tra la parete esterna e il prato. 
Naturalmente, data l'ora, partono gli irrigatori, di quelli a getto lunghissimo, che ruotano a 360°.
Missione: arrivare dall'altra parte senza fare la doccia, dosando pause, salti e corsette.

Finalmente arriviamo all'ingresso principale, chiediamo per puro scrupolo ad altri due loschi ma innocui personaggi lì presenti, e poi saliamo sul taxi che ci porta finalmente fuori dalla location.

Final level
Alla fine Cannella ha fatto cambiare la serratura, ha bloccato tutte le carte di pagamento, ha ritrovato la macchina allo stesso posto il giorno dopo e dovrà rompersi le scatole tutta la prossima settimana per rifare i documenti.

Però il film è piaciuto. 

Mercurio quadrato a Plutone

mercoledì 22 giugno 2016

Ciak

Dopo un vergognoso numero di giorni di assenza, dovuto al fatto che essenzialmente ho più voglia di piagnucolare che di raccontare quello che mi succede in questo periodo, stasera prendo il coraggio a due mani e riapro il blog.
Sullo sfondo Italia - Irlanda, e la prima serata davvero estiva dell'anno.

Io ovviamente non mi sono ancora avventurata in cantina ad estrarre il ventilatore, e quindi stasera giustamente boccheggio.

Dopo questa inutile premessa, arrivo al dunque: sabato scorso è stata una giornata particolare. Sono stata coinvolta nelle riprese di un corto. Un gruppo di amici con questa passione, un regista, una sceneggiatura più o meno probabile e una certa quantità di incoscienza, almeno da parte mia, che l'ultima volta ho recitato in quinta elementare, probabilmente. E plausibilmente facevo l'albero, o il sasso.

Sabato sera poi ho partecipato ad una festa per il solstizio d'estate, e tra le altre cose c'è stato anche da mettere in scena alcune piccole situazioni improvvisate.

30 anni senza salire su un palco, e poi due volte nello stesso giorno.
Strano eh.

Ma la cosa che mi ha stupito di più sono state le domande delle persone a cui mi sono trovata a raccontare del corto: un coro unanime di "Perchè???"
"Cosa?"
"Eh, perchè girate un corto... Cioè a quale scopo?"

Mi fa effetto che ci debba necessariamente essere un secondo fine, tipo partecipare ad un concorso e cose simili. Solo divertirsi non è sufficiente?

Comunque non avrò mai il coraggio di rivedermi... Penso di emigrare in Papuasia prima della prima.

Venere in gemelli sì, ma sempre in IV casa.

lunedì 25 aprile 2016

A lot like love

Io amo i film romantici.
Quelli che dopo 3 minuti dall'inizio si sa già che i due protagonisti vivranno felici e contenti, anche se magari all'inizio si malsopportano, stanno per sposare qualcun altro, non si conoscono, oppure inserite un problema qualsiasi.
Me li godo proprio, mi emoziono, rido, mi commuovo... E poi regolarmente, quando a 10 minuti dalla fine appare il problema che sembra davvero insormontabile, mi preoccupo sinceramente che davvero questa volta non vada proprio tutto bene.

Questo ovviamente se il film merita, se i dialoghi sono un minimo briosi e intelligenti, e la trama comunque è sufficientemente veloce e non soporifera come una puntata del Costanzo Show. Da questo punto di vista sono abbastanza esigente: se i primi 10 minuti non mi soddisfano, cambio programma.

D'altronde ho pur sempre Mercurio in Ariete, mi annoio facilmente.

Sabato invece ho visto questo film. La tremenda traduzione italiana del titolo originale è "Sballati d'amore", che probabilmente è anche la ragione per cui l'ho evitato dal 2005 fino adesso. Il titolo originale invece è "A lot like love". 

Mi è piaciuto da matti. Sarà che ho un debole per i film in cui la storia dei protagonisti si sviluppa nel corso di diversi anni, intervallati da lunghi periodi di silenzio. Sarà che la loro storia è molto più simile ad una lunga amicizia, che a una storia d'amore, sarà che i due attori mi sono piaciuti parecchio, fatto sta che alla fine avevo gli occhioni a forma di cuore e un sorriso ebete disegnato in faccia.

E' come se i film così mi riappacificassero con le relazioni sentimentali; per un paio d'ore riesco davvero credere che alcune storie funzionano e che i protagonisti alla fine vivono veramente per sempre felici e contenti, senza lanciarsi i piatti addosso nel giro di qualche anno.

Poi dopo un paio d'ore sono andata al cinema a vedere "Perfetti Sconosciuti", tanto per compensare l'idillio e vedere cosa succede veramente qualche anno dopo. Ma non è stato sufficiente ad interrompere il mio idillio personale.

Venere trigono Nettuno.



domenica 3 aprile 2016

Mi serve il salvagente

Il mio rapporto con la piscina è sempre stato difficile: è un ambiente che non amo, detesto quel caldo umido in inverno, il costume bagnato addosso, il freddo appiccicoso quando si esce dall'acqua. Non sopporto quella fatica che si fa ad asciugarsi, i vestiti che non scorrono, le docce in bagni comuni.
E poi non mi piace nemmeno nuotare. Tanto per contestualizzare la situazione.

Quando Riccardo è nato, abbiamo deciso di iscriverlo ad un corso di acquaticità, iniziato quando aveva 4 mesi, esattamente 3 anni fa. Diverse volte sono entrata anche in acqua con lui. Mio figlio è ovviamente l'unica persona che potesse farmi superare questa resistenza alla piscina, almeno temporaneamente. Addirittura c'è stata una fase in cui l'istruttrice mi ha suggerito di entrare più spesso in acqua con lui al posto del papà, perchè pareva che il pargolo si sentisse più a suo agio.
Con me.
In acqua.
In piscina.
Il posto in cui io sono MENO a mio agio in assoluto.
La vita è strana.

Comunque dallo scorso settembre abbiamo cambiato piscina e in quella nuova io mi sono trovata ancora peggio: acqua più alta e più fredda. Così ha iniziato ad entrare sempre in acqua con suo padre, mentre io faccio assistenza spogliatoio: lo consegno in costume e alla fine lo asciugo e rivesto.
Se pensate che sia la parte meno faticosa, una volta vi lascio il posto così provate.
Lo scopo del corso di quest'anno, a tre anni compiuti, è quello di portarli ad entrare in acqua da soli, in modo che dal prossimo anno possano accedere al corso dei bimbi più grandi ed autonomi. Credo che il corso finisca a fine maggio.

Ieri mattina quindi, come ogni sabato, ho accompagnato Riccardo in piscina: l'ho cambiato, e in costume l'ho consegnato al padre. Poi ho fatto il giro per arrivare alla tribuna e guardarli sguazzare.
Apro la porta della zona tribuna, li cerco con lo sguardo, e trovo Massi in piedi a bordo vasca, insieme a tutti gli altri genitori, e i pargoletti in acqua da soli, muniti di salvagente giallo, più o meno sicuri e più o meno sguazzanti.
Ma siamo solo ad aprile! Manca ancora più di un mese alla fine del corso! Rimettete i genitori in acqua!

Riccardo vicino al bordo, mentre Massi cercava di convincerlo a staccarsi dal bordo e portare un pezzo di puzzle di plastica da una parte all'altra. O almeno credo, dato che mi sono passati davanti agli occhi gli ultimi tre anni e ho iniziato a piangere. Il mio cucciolo sta crescendo.

E poi mi dicono che ho il cuore di pietra... La verità è che non toccano le corde giuste, tutto qui.

Mercurio opposto Luna.


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